La Storia di Marco

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La Storia di Marco

Un senso di frustrazione, di impotenza, misto a una paura e una tristezza mai provate prima. Questo è quello che ho provato quando ho ricevuto la diagnosi: Malattia di Crohn. Ero a casa dei miei genitori, ricordo, e ho subito condiviso con loro questo momento. D’altra parte, i sintomi erano chiari. Avevo dei crampi fortissimi all'intestino, sangue nelle feci, svenimenti. Così ero andato dal gastroenterologo che mi aveva prescritto rapidamente i test tradizionali: analisi del sangue, esame delle feci e colonscopia. E poi, dopo qualche giorno, era arrivato il verdetto. La mia vita era destinata a cambiare.

Ovviamente non sempre ho la fortuna di trovarlo, il che rende tutto molto imbarazzante e limita fortemente la possibilità di vivere in modo normale. E’ vero, ho sempre cercato di non interrompere le mie attività, ma a volte mi sembra davvero faticoso fare cose che normalmente sono considerate piacevoli. Per esempio, ho dovuto ridurre drasticamente le cene fuori – andare al ristorante, fare uno spuntino al bar, fare due chiacchiere con un amico al pub e in generale tutto quello che riguarda l’alimentazione per me è off-limits. I viaggi molto lunghi in macchina sono difficilmente praticabili, il lavoro spesso diventa faticoso perché a volte negli uffici i bagni non sono così accessibili o adatti ai miei problemi, soprattutto per lavarsi e pulirsi.

Per fortuna in questa battaglia non sono solo. Da quando è arrivato mio figlio la felicità è entrata nella mia vita, e oggi ho un motivo in più per reagire a questa brutta malattia invalidante. Anche la mia compagna mi è sempre stata vicino e mi ha sempre supportato, pur riconoscendo che le mie limitazioni impattano anche sulla sua qualità di vita.

Avere una famiglia mi ha quindi dato altra forza per reagire. Ho avuto la possibilità di comprare un camper e sono tornato a fare la cosa che amo di più: viaggiare. In questo modo posso visitare i posti più belli senza problemi, con le comodità di una casa “portatile” con tutto quello che significa in termini di gestione del Crohn. Vivo più sereno e più leggero. Per questo, a chi come me deve trovare un modo di convivere con una MICI, consiglio di cercare la tranquillità e l’aiuto dei proprio cari. Dobbiamo trovare la serenità giusta per affrontare la malattia, scrollandoci di dosso tutta la negatività dei sintomi e delle limitazioni alla nostra vita quotidiana. E questo è possibile solo se non ci sentiamo soli. Dunque, affetti, amicizie, e soprattutto un professionista competente al nostro fianco. Questa è la mia ricetta per vivere sereni anche nella malattia.

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