Colonscopia e Crohn, tutto ciò che c'è da sapere

Colonscopia e Crohn, tutto ciò che c'è da sapere

La colonscopia è un esame fondamentale per la diagnosi e il monitoraggio delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), quindi anche della malattia di Crohn. Con questo esame è infatti possibile:

- porre una diagnosi certa, confermata da eventuali biopsie della parete intestinale;

- monitorare l'evoluzione della patologia nel corso del tempo;

- confermare il successo delle terapia farmacologica;

- osservare gli esiti di un intervento chirurgico, come la resezione intestinale.

A cosa serve la colonscopia

La colonscopia è un esame visivo dell'interno di retto, colon e dell'ultima parte dell'intestino tenue condotto per mezzo di una sonda flessibile alla cui estremità sono collocate una telecamera e una fonte luminosa. Tramite questa indagine il gastroenterologo ha modo di visualizzare su un monitor l'interno di questi organi così da evidenziare eventuali:

- parti di mucosa intestinale infiammata;

- ulcere e afte;

- stenosi (restringimenti dell'intestino tenue);

- altre anomalie patologiche.

Questi segni sono infatti indicativi di un'infiammazione in atto, prodotta dalla malattia.

Durante la colonscopia però può anche essere evidenziata la presenza di:

- diverticoli e una loro eventuale infiammazione;

- polipi;

- masse tumorali.

L'importanza delle biopsie nella malattia di Crohn

Lo strumento impiegato, oltre a mostrare l'interno dell'intestino, consente anche la rimozione di piccoli polipi tramite uno strumento apposito. Non solo: nel corso di una colonscopia per malattia di Crohn il medico può prelevare piccoli frammenti della mucosa intestinale per sottoporli a biopsia (esame istologico): ciò consente di conoscere, a livello microscopico, le caratteristiche del tessuto e quindi la natura dell'eventuale infiammazione e altre di altre condizioni patologiche.

In particolare nella malattia di Crohn la colonscopia risulta un esame essenziale, principalmente per due ragioni:

- in questa malattia, contrariamente alla rettocolite ulcerosa, i tratti di intestino malati appaiono intervallati da tratti sani. Pertanto la colonscopia è fondamentale, insieme alle biopsie, per discriminare le due patologie;

- durante la colonscopia il gastroenterologo può provare a superare la valvola ileocecale (collocata tra colon e intestino tenue) così da visualizzare anche l'ultima parte dell'ileo. Ciò è importante nella malattia di Crohn che spesso vede un interessamento, con eventuali stenosi, proprio di questo segmento.

La colonscopia è dolorosa?

La colonscopia è un esame leggermente fastidioso: per meglio osservare l'intestino il medico vi immette infatti aria per dilatarlo, ma questo può causare crampi addominali. Per questa ragione l'esame, che può durare dai 20 ai 40 minuti, viene in genere eseguito sotto sedazione cosciente per la somministrazione di farmaci in vena.

La preparazione prima dell'esame

Per garantire la buona riuscita della colonscopia occorre che l'intestino del paziente affetto da malattia di Crohn sia vuoto e pulito. Per questa ragione il paziente deve:

- seguire nei giorni precedenti una specifica dieta povera di scorie e ricca di liquidi;

- assumere una preparazione liquida per bocca che, provocando diarrea, consente la pulizia dell'intestino;

- presentarsi a digiuno da solidi da 24 ore e da liquidi nelle ultime quattro.

Inoltre il giorno dell'esame il paziente deve essere accompagnato: i sedativi impiegati non sono compatibili alla guida di veicoli nell'arco delle 24 ore successive.

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Fonti
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